L’IMPORTANZA DELLA
PREVENZIONE UROLOGICA
GIÀ A 40 ANNI

Sapevate che solo il 10% / 20% degli uomini si sottopone ad una visita di prevenzione?

E che 9 maschi su 10 effettuano una visita solo in caso di gravi patologie? Eppure gli uomini si ammalano di più e spesso in maniera più grave rispetto alle proprie compagne.

La prevenzione riduce la frequenza di patologie tumorali (della prostata, del rene, della vescica e del testicolo)* e patologie benigne (calcolosi urinaria, iperplasia benigna della prostata e prostatiti, infertilità maschile e disfunzioni sessuali)
5 SINTOMI UROLOGICI DA NON TRASCURARE
LE PRINCIPALI PATOLOGIE
L’iperplasia benigna della prostata (IPB) è una condizione clinica caratterizzata da disturbi urinari associati alla crescita della porzione centrale della ghiandola prostatica (adenoma prostatico). Si tratta di un problema estremamente comune nell’uomo ed la sua frequenza aumenta esponenzialmente all’aumentare dell’età.
L’iperplasia benigna della prostata (IPB) è sempre una condizione benigna e non aumenta in alcun modo il rischio futuro di sviluppare un cancro della prostata.
I sintomi della iperplasia prostatica benigna (IPB) sono rappresentati da:
- Nicturia (minzione notturna con interruzione del sonno)
- Pollachiuria (elevata frequenza diurna)
- Esitazione minzionale (difficoltà ad iniziare la minzione)
- Sensazione di mancato svuotamento vescicale
- Gocciolamento post-minzionale
- Getto urinario di intensità ridotta
- Urgenza minzionale (difficoltà o impossibilità a posticipare lo stimolo alla minzione)
La terapia dell’ iperplasia benigna della prostata (IPB) è inizialmente medica con farmaci che migliorano il flusso urinario e/o riducono la crescita prostatica e successivamente, quando la terapia non è più in grado di controllare i sintomi, chirurgica endoscopica (resezione transuretrale – TURP – tradizionale o con energia laser) o a cielo aperto (adenomectomia trans-vescicale – ATV)
Si tratta di infiammazioni della prostata, che possono manifestarsi con un esordio sia acuto che cronico.
La prostatite è una patologia molto frequente e colpisce, in particolare, soggetti nella fascia di età compresa fra i 18 ed i 45 anni.
L’ORIGINE delle prostatiti è da ricondursi ad infezioni da agenti patogeni (batteri) o a comportamenti scorretti nello stile di vita dei pazienti (alimentazione non equilibrata, scarsa idratazione, funzione intestinale irregolare, pratica del coito interrotto, stile di vita sedentario).
I SINTOMI della prostatite sono solitamente rappresentati da elevata frequenza delle minzioni con bruciore, dolori e senso di peso al perineo ed ai testicoli.
La prostatite, a seconda della causa, può essere trattata con modifiche dello stile di vita, antibioticoterapia, farmaci antinfiammatori e fitofarmaci/integratori specifici per i disturbi urinari.
Il cancro della prostata rappresenta il tumore più frequente nel maschio, dopo il tumore del polmone.
Il più importante fattore di rischio è la FAMILIARITÀ, con un rischio aumentato significativamente se è affetto un parente di primo grado.
Nelle sue fasi iniziali, il tumore della prostata è totalmente asintomatico e non mostra alcun sintomo obiettivo che possa rappresentare un campanello d’allarme.
La diagnosi di cancro della prostata richiede l’integrazione di tre elementi diagnostici: esplorazione digito-rettale, dosaggio del PSA ed ecografia prostatica.
Il sospetto di neoplasia dovrà essere confermato tramite biopsia prostatica su guida ecografica.
Di cancro della prostata si può guarire. In funzione dello stadio della malattia e l’età e lo stato di salute del paziente si può indicare uno dei seguenti trattamenti: chirurgia (prostatectomia radicale), radioterapia, terapia medica ormonale.
Per una corretta prevenzione del cancro della prostata è opportuno effettuare, almeno una volta ogni 12 mesi, una visita urologica di controllo ed un dosaggio del PSA a partire dall’età di 50 anni, anticipando lo screening all’età di 45 anni in caso di familiarità.
La disfunzione erettile (DE) è definita come l’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione sufficiente a permettere un rapporto sessuale soddisfacente.
Si stima che nel nostro Paese vi siano più di 2,5 milioni di uomini affetti da disfunzione erettile (DE) e questo numero è certamente sottostimato in quanto solo 1 paziente su 3 si rivolge ad un medico specialista ed i pazienti aspettano in media due anni prima di rivolgersi ad esso per parlare dei propri disturbi.
L’incidenza di tale disturbo aumenta all’aumentare dell’età.
La disfunzione erettile (DE) può essere determinata da FATTORI ORGANICI (patologie metaboliche, alterazioni ormonali, patologie neurologiche, interventi chirurgici in regione pelvica, farmaci, fumo di sigaretta, abuso di alcool) o da FATTORI PSICOGENI, più comuni nei giovani pazienti, che possono anche sovrapporsi alle cause organiche, aggravando la problematica erettiva.
La disfunzione erettile (DE) spesso si manifesta nell’ambito della sindrome metabolica in associazione ad obesità, diabete, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa e deficit di testosterone e può rappresentare un’importante sentinella per l’insorgenza di patologie cardiovascolari, potendole precedere anche di anni.
La prima terapia per la disfunzione erettile DE è rappresentata da MODIFICHE DELLO STILE DI VITA (cessazione dell’abitudine al fumo ed all’alcool, calo ponderale, attività fisica regolare, alimentazione equilibrata) e dalla correzione delle patologie che la hanno determinata, laddove possibile.
Qualora tali accorgimenti non dovessero essere sufficienti, la terapia farmacologica orale è efficace nel ripristinare la funzione sessuale nella maggioranza dei pazienti affetti da disfunzione erettile (DE) e la ricerca più recente ha sviluppato molecole ben tollerate che permettono di recuperare la spontaneità del rapporto sessuale.
Si definisce infertilità di coppia la mancanza di concepimento dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti, centrati nei giorni fecondi del ciclo femminile.
Si tratta di un problema che riguarda oltre il 30% delle coppie e in il 50% dei casi la problematica riguarda l’uomo.
Esistono una serie di FATTORI DI RISCHIO per la fertilità maschile che possonoinfluenzare negativamente la capacità riproduttiva in modo transitorio o permanente, tra cui i più importanti sono rappresentati dal varicocele (fino al 25% dei casi), da alterazioni ormonali, da patologie genetiche e da infezioni delle vie genito-urinarie e prostatiche.
L’esame del liquido seminale o spermiogramma è l’esame che consente di valutare lo stato di fertilità e dovrebbe essere eseguito da ogni uomo in età riproduttiva in modo da poter iniziare al più presto eventuali terapie laddove sussista un danno del numero e della motilità degli spermatozoi.
L’efficacia delle terapie mediche o chirurgiche, infatti, è tanto più efficace quanto prima vengono messe in atto.
Il calcolo urinario può formarsi in qualsiasi tratto dell’apparato urinario in seguito alla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine.
I calcoli, ostruendo le vie urinarie, possono determinare la colica renale, caratterizzata da un dolore molto acuto, lancinante e intermittente che origina dal fianco e si irradia attraverso l’addome lungo il decorso dell’uretere.
Il trattamento della calcolosi prevede la frammentazione e/o l’asportazione del calcolo tramite onde d’urto (litotrissia extracorporea) o intervento chirurgico mini-invasivo attraverso l’uretra (ureteroscopia operativa e chirurgia intrarenale retrograda) o attraverso una piccola breccia cutanea (nefrolitotomia percutanea).
In tutti i pazienti affetti da calcolosi, indipendentemente dalla natura del calcolo, esistono alcune misure da attuare e che possono favorire la prevenzione delle recidive, quali controllare il peso corporeo, aumentare l’introito di liquidi (circa 2,5 litri al giorno), limitare l’assunzione di grassi, di sale e di proteine (< 150 g al giorno), ridurre il consumo di cibi ricchi in ossalati (spinaci, bietole, patate, cioccolato), preferire bevande ricche di acido citrico (succhi di frutta, spremute di agrumi), frutta e verdura.
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REGOLE SIU
La Società Italiana di Urologia (SIU) ha stilato delle semplici regole da seguire per una corretta prevenzione in ambito urologico:
SCARICA LE REGOLE DELLA
PREVENZIONE UROLOGICA SIU
FAQ – LE DOMANDE E RISPOSTE PIÙ COMUNI
No, esistono dei farmaci e dei cibi (per es. le rape rosse) che possono colorare le urine anche senza la presenza di sangue. Tuttavia in ogni caso di urine “rosse/rossastre” è sempre meglio approfondire.
No, non solo perché l’ingrossamento benigno della prostata può colpire anche soggetti più giovani, ma anche perché esistono altre malattie (per esempio le stenosi/restringimenti dell’uretra) responsabili degli stessi sintomi.
No, dipende dall’entità dei disturbi e da altri cofattori. È infatti possibile trattare efficacemente i disturbi anche con delle terapie mediche.
No, esistono infatti situazioni in cui il PSA può essere elevato per un ingrossamento della prostata o per un’infezione (prostatite). Lo Specialista saprà fare la diagnosi differenziale e prescrivere il trattamento più idoneo.
Anzitutto è importante un accurato inquadramento diagnostico per capirne cause e concause (per esempio il fumo!); poi può essere sufficiente o molto utile trattare le malattie che possono rappresentare delle concause del deficit erettile (per es. il diabete o l’ipertensione arteriosa). Se tali accorgimenti non sono sufficienti esistono dei farmaci specifici. La cosa importante è evitare assolutamente terapie fai-da-te o utilizzare farmaci o medicamenti non ufficiali (per es. scovati su internet!).
No, e a maggior ragione se l’intervento alla prostata viene eseguito per l’ingrossamento benigno. Le attuali tecniche chirurgiche permettono di eseguire l’intervento per ipertrofia prostatica benigna in modo poco invasivo e nella maggior parte dei casi senza tagli sulla pancia anche grazie all’utilizzo dei laser.
Anche in caso di intervento di rimozione completa della prostata a causa di un tumore maligno, il miglioramento delle tecniche e l’utilizzo della tecnologia, hanno ridotto tantissimo il rischio di perdite urinarie.
Certamente, si. I calcoli renali nascono inizialmente come sabbia che può essere facilmente espulsa attraverso un’abbondante idratazione. Bevendo poco invece, diamo la possibilità a questa sabbia di organizzarsi in veri e propri sassolini che si formano nel rene. Una volta espulsi dal rene passano attraverso un sottile tubicino chiamato uretere, cercando di arrivare in vescica. Questo passaggio provoca le fastidiose coliche renali. Si stima che il 10% della popolazione italiana sperimenti nella sua vita un episodio di colica renale. Bevendo 1.5-2 litri di acqua minerale, meglio se in modo frazionato nell’arco della giornata, riduciamo il rischio di formazione dei calcoli.
Il ripetuto stimolo minzionale che determina risvegli frequenti ha un impatto negativo sulla qualità del sonno. E’ molto comune in pazienti con diabete e disturbi neurologici o cardiaci, ma può anche essere dovuta a infezioni alle vie urinarie o essere conseguenza dell’ipertrofia prostatica.
Bisognerebbe essere in grado di dormire 6-8 ore per notte in modo continuativo per migliorare il nostro modo di dormire.
Con l’età un calo fisiologico delle prestazioni sessuali è legato a diversi fattori ma non è mai un problema da affrontare in modo isolato. l meccanismi che regolano l’erezione ed il desiderio sessuale, ci dicono molto del generale benessere dei vasi sanguigni e dei corretti livelli di ormoni del nostro organismo. Indagare e risolvere i problemi sessuali ci permette di garantire un generale benessere maschile che coinvolge non solo l’apparato genitale, ma anche il cuore, le ossa e i muscoli, e di migliorare le nostre prestazioni.
Il vecchio retaggio culturale che l’urologo sia il medico dell’uomo di una certa età è ormai superato. L’urologo è la figura che accompagna l’uomo in tutte le fasi della sua vita perchè ogni fascia di età richiede attenzioni diverse e non si è mai troppo giovani per prendersi cura di sè.
LA SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA
La società Italiana di Urologia (SIU) è stata fondata nel 1908 e rappresenta la società scientifica di riferimento per gli Urologi Italiani con oltre 2700 soci.
La SIU è costituita da 6 organi e si avvale di numerosi Comitati e Gruppi di lavoro per le sue attività strategiche, politiche e scientifiche sul territorio. Ha una partnership fortissima con la Società Europea e anche con quella Americana di Urologia.
La mission della SIU è, da sempre, quella di promuovere e favorire la ricerca, la formazione e lo sviluppo in ambito Urologico. In particolare si occupa della sensibilizzare e dell’informazione sui corretti stili di vita e sull’importanza della prevenzione per le patologie Urologiche.